LISBONA, 4 luglio 2004 - La favola greca è giunta al suo
compimento, mentre il sogno portoghese si è trasformato in un incubo che
difficilmente potrà essere dimenticato. La Grecia pragmatica ed essenziale
di Otto Rehhagel batte il Portogallo 1-0 (gol di Charisteas al 12' della
ripresa) e alza una coppa che ha sempre visto solo da molto lontano.
LA GARA
- Come previsto a partire in avanti è il Portogallo, ma la Grecia mostra
subito il suo lato migliore: difesa attenta, marcature mirate e ottima
capacità di interdizione. Rispetto alla partita con la Repubblica Ceca il
controllo degli uomini di Rehhagel è rigoroso su Pauleta (preso in
consegna da Kapsis), Figo e Cristiano Ronaldo (bloccati da Seitaridis e
Fyssas a seconda della fascia in cui si incanalano, un po' meno sugli
altri portoghesi. Ne risulta una partita un po' più aperta, anche se le
occasioni tardano ad arrivare. Al 13' è Miguel a tentare la prima
conclusione da destra, ma Nikopolidis si allunga e devia in angolo.
La pressione si manifesta col possesso di palla e con il baricentro del
gioco che nella prima mezz'ora è spostato nella metà campo greca. Miguel è
quello che riesce meglio a liberarsi dal controllo del suo marcatore (Giannakopoulos),
ma le sue discese sul fondo sono improduttive. Mancano le finalizzazioni
(Maniche al 24' ci prova da fuori) e con il passare dei minuti cresce la
Grecia. L'ultimo quarto d'ora del primo tempo è di marca ellenica anche se
pure su questo fronte a mancare è la penetrazione negli ultimi 16 metri.
Si va al riposo sullo 0-0 e con una brutta notizia per Felipe Scolari,
costretto a sostituire Miguel, infortunato, con Paulo Ferriera.
Inizia la ripresa e il Portogallo ricomincia a imprimere il suo ritmo alla
partita e in parte di ci riesce. La Grecia soffre l'aumento di velocità,
comincia a commettere errori a centrocampo e a perdere palloni anche in
difesa. Ma a mancare è sempre la precisione in avanti. Quella che non
manca alla Grecia, che alla prima occasione buona, un calcio d'angolo di
Basinas al 12', passa in vantaggio grazie a un gran colpo di testa di
Charisteas che sovrasta Jorge Andrade. Scolari toglie Costinha e manda in
campo al suo posto Rui Costa, ora bisogna provarle tutte per pareggiare.
Il milanista si fa subito notare per una bella discesa sulla destra, ma il
suo pallone vaga in mezzo all'area. Però la spinta portoghese cresce.
Greci in affanno, ma pericolosi al 20' quando Zagorakis scucchiaia un
pallone in mezzo all'area per Giannakopulos che però si fa anticipare. E'
un episodio, il Portogallo preme, soprattutto sulla destra dove spesso
riesce a sfondare. Al 29' nuova mossa di Scolari che toglie l'infruttuoso
Pauleta e inserisce Nuno Gomes. Al 30' Cristiano Ronaldo spreca
un'occasione clamorosa: pescato con un pallonetto sul filo del fuorigioco
entra in area solo di fronte a Nikopolidis, ma il suo tiro è fuori misura.
Un minuto più tardi Rehhagel inserisce Venetidis per Giannakopulos e
comincia a costruire un fortino difensivo per l'ultimo quarto d'ora di
gioco. Al 36' nella mischia anche Papadopulos, per Vryzas, ma il
Portogallo va vicino al pareggio con Ricardo Carvalho che con una botta da
sinistra impegna Nikopolidis. E' l'ultimo lampo assieme a una girata di
Figo al 90' che termina a fil di palo (se si eccettua l'invasione di campo
di un tifoso del Barcellona terminata dentro la rete difesa da Nikopolidis
che ha fatto terminare l'incontro con 5' di recupero). Poi il fischio
finale che decreta quello che un mese fa tutti avremmo dato per
incredibile (bookmakers compresi che la quotavano 100 a 1... ): la Grecia
è campione d'Europa, e con merito.
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