Nella sua casa entra la Croce cristiana; L’albero è segnato dal segno di Croce, la stessa Croce è issata sul maggio; Ogni atto della cerimonia è scandito dal grido “evviva la Croci” . Ma non è la stessa Croce cristiana il luogo ed il simbolo dove avvenne un altro riscatto, dal primo peccato originale? L’erezione nella piazza Al mattino del primo maggio il tronco dell’albero, reso liscio per il tormentato cammino del giorno precedente, e per l’ultimo tragitto compiuto a mezzanotte , quando è stato trascinato fin sulla sommità del paese, giace “solo” nella piazza. Poi nel silenzio, ad uno ad uno, spuntano dai vicoli gli uomini a predisporre la buca, profonda un metro e mezzo, ed a levigarlo definitivamente con le asce. Sul ciuffo di rametti che é rimasto alla sua estremità viene unito un piccolo fascio di fronde di ginestra (fiori di maggio), ed una croce di legno. Altri predispongono le funi e incrociano pali di legno per sollevarlo. Tutti insieme nell’ultimo sforzo e l’albero viene eretto sulla piazza. Il suo diametro massimo oscilla fra 110 e 120 centimetri. La sua altezza può raggiungere dai 14 ai 22 metri . Si racconta che negli anni trenta fu toccato il record di 28 metri. Ancora spari di fucile salutano l’evento. La vitella, ancora lì a fianco dell’albero, viene legata al tronco ormai alto nella piazza. Le donne preparano un banchetto fatto di panini e dolci tipici. Poi la vitella è portata via, macellata in giornata e distribuita dal mastro di festa. Il matrimonio primaverile è compiuto. Il simbolo fallico si erge sulla piazza. Come nel maggio di Accettura, dove viene trasportato da un altro bosco dai cimaroli, anche a Pastena sulla cima del tronco é legato l’alberello-femmina, qui insieme alla croce. Questa fusione tra maschile e femminile é finalmente possibile. E’ un vero percorso evolutivo che si compie, quasi un rito di iniziazione dell’adolescente, che dopo la fase dei giochi e del divertimento (che hanno contrassegnato le prime fasi del maggio fuori dalla cinta muraria ) entra insieme all’albero nella comunità degli adulti, pronto ormai al congiungimento con l’altro sesso. E’ evidente tuttavia come l’ingresso del maggio “dentro le mura” e, l’erezione nella piazza, nella “polis” , segni un altro passaggio, quella dalla appartenenza al clan, e al mondo magico, allo sviluppo dell’io, e dell’individualità che si realizza nella città.6 In questo nuovo spazio de-limitato fra le mura, lo spirito del bosco e la comunità che lo venera ritrovano forma e quindi esistenza. Proprio lì al centro della polis dove si esercita la sovranità, dove il capo è Re e sacerdote, con il potere di assoggettare . Rex- regere deriva proprio da orego , tracciare, E’ il gesto di Romolo che usa proprio l’aratro per delimitare la nuova città. 7 Con l’albero tutti gli abitanti tornano nostalgicamente ogni anno nella dimora originaria, lì dove il lavoro e la tecnica ha permesso loro di progredire. |