LA SALA FRANTOIO
La
sala è allestita nell'antico frantoio della famiglia Trani, risalente alla
seconda metà dell 'Ottocento, come si può evincere dalla data di
fabbricazione del torchio, che come la macina e la cisterna e la vasca è
originale. Infatti, in paese solo poche famiglie benestanti avevano un
frantoio del quale usufruivano terze persone, dietro un pagamento che,
solitamente, avveniva in natura e cioè dando una percentuale di olio
prodotto. Una volta trasportate al frantoio, le olive erano macinate da
due grosse ruote di pietra che venivano fatte girare da un asino. Si
otteneva cosi la pasta di olive (composta da olive e noccioli frantumati)
che, mediante un carrello (di cui sono visibili l'asse e le ruote), era
trasportata presso il torchio dove, una volta posta sui dischi di iuta
(precedentemente immersi nella vasca in pietra con l'acqua) veniva
pressata. L'olio che fuoriusciva cadeva in un grosso tino posto nella buca
sottostante il torchio. Nel frattempo veniva scaldata dell'acqua nelle
caldaie esposte, acqua attinta, naturalmente, dalla cisterna. Portata a d
ebollizione, era rovesciata nel tino per favorire la separazione
dell'olio, che più leggero galleggiava, dall'acquaforte, cioè l'acqua
accumulata nei frutti durante la stagione delle piogge, che, al contrario
restava sul fondo. L'olio si raccoglieva con un piatto e si versava nella
misura (recipiente di 16 litri), l'acquaforte, invece, defluiva
all'esterno, dopo che era rimasta per cir ca sette o otto giorni in una
vasca al fine di recuperare altro olio. In questa sala vi è anche una
pianta di olivo ultra centenaria; un'anfora in terracotta, chiamata in
dialetto "la lavona" per conservare l'olio e un'altra per fare il bucato
con la cenere al pozzo (si narra che le promesse spose dovevano lavare
almeno metà corredo con questo sistema). |
Numeri utili:
Grotte di Pastena |
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