Pastena
è un Comune della provincia di Frosinone, a 318 metri s Im., a metà strada
fra le vie Appia e Casilina, su di un colle a cavallo di due ubertose
valli alluvionali. Le Grotte, uno dei complessi speleologici più
importanti e suggestivi della nostra penisola, si trovano qui, in un
territorio circondato da colline e da monti boscosi, al limite estremo
degli Ausoni verso gli Aurunci. Il borgo ha origini molto remote. La sua
costituzione in castello o villaggio fortificato, da documenti risulta
avvenuta nell'XI secolo, ma ricerche più recenti (ved.D.Grossi, Pastena di
Ciociaria), lo fanno risalire verosimilmente intorno alla metà dell'anno
800, ossia all'epoca dello stanziamento dei Saraceni presso il Garigliano.
Una cinta di 650 metri di mura, quasi interamente conservata, con le sue
torri rotonde e quadrate (ne sono rimaste 15 delle 25 originarie) danno
testimonianza ancora viva delle antiche origini di questo "castellum
quod appellatur Pastina", sempre secondo i documenti.
Già dal suo
nome,deverbale di "pastinare" ( coltivare ), si desume che Pastena é stata
da sempre un villaggio di agricoltori. Nel corso della sua
esistenza,tuttavia,he preso parte di necessità,anche se non sempre di
primo piano alle vicende drammatiche che soprattutto nel primo millennio
segnarono queste zone tra il mare Tirreno e il fiume Verde (Lid), fra i
potenti regni susseguitisi, di Normanni, Sevi, Angiomi, Aragonesi e
Borboni, ed il non meno influente dominio dello Stato della Chiesa di
Roma.
Pastena, infatti, ebbe la sorte di essere territorio di frontiera
tra "il Regno, delle due Sicilie" del quale fece parte, e il dominio
pontificio delle varie epoche di potere temporale. E ditale posizione
certamente risentì nel corso dei secoli fino all'ultimo conflitto
mondiale, in cui si trovò ad essere retrovia del fronte di Cassino ove si
svolsero le note tormentate vicende dell'inverno 1943-44, per le quali
anche questo piccolo centro subì bombardamenti distruttivi ed altre
calamità. Per non dire poi delle notevoli tragedie sofferte,sempre per la
medesima ragione di essere terra di confine, durante il terribile
malavitoso periodo del brigantaggio post-unitario.
Precedentemente sino al
1591, Pastena fu pertinenza del Ducato e Contea di Fondi, come a dire
delle famiglie Caetani, Gonzaga, Colonna e Dell'Aquila .Per gran parte del
1600 diventa feudo dei baroni Patriarca, uno dei quali ha il monumento
sepolcrale nella chiesa-madre del paese; e verso il 1700 della marchesa
Casali Del Drago, nobile romana di cui non si conserva più memoria
concreta, la quale chiuse la serie delle signorie nominali del paese. In
alcune di queste fasi Pastena subì l'influenza della potenza dell'Abbazia
di Montecassino e delle vicende che ad essa toccarono. Nel 1799, invisa ai
giacobini francesi che fecero scempio dell'intera zona, ivi compresa
l'abbazia di Montecassino, anche Pastena venne da questi aggredita e
bruciata. Quindi tornò a stare sotto il Regno delle Due Sicilie. Da
allora, anche per l'influenza di Fra Diavolo- che era divenuto una sorta
di viceré nella zona - si sentì sempre più legata a Napoli, e non solo
perché facente parte della provincia di Terra di Lavoro. Tanto che
sinanche nell'epoca bonapartista e murattiana dei primi dell'800 Pastena
venne sempre più consolidandosi come un paese di palese stampo borbonico e
a suo modo clericale. Vi é quanto basta per un tracciato storico non certo
indefinito sul quale fondare un qualche apprezzamento per questo che
fu
definito un piccolo ed appartato villaggio. Da alcuni anni la popolazione
di questo centro ha lasciato il vecchio borgo ed è ritornata per la
maggior parte agli antichi insediamenti sparsi nelle contrade di campagna,
ora ammodernati e confortevoli, al di là delle storiche mura.
Tuttavia
essa al borgo ritorna ad ogni giorno di festa e nelle importanti
ricorrenze tradizionali i cui riti conservano singolari suggestioni e
significati. Queste ricorrenze cadono per lo più in maggio e si svolgono
quasi interamente sulla piazza principale, presso la chiesa Collegiata il
cui nucleo architettonico originario risale sicuramente ad epoca
precedente il mille, e i cui molteplici rifacimenti ,posterio ri, se non
fosse per i documenti che lo comprovano, fanno appena affiorare alla
comune osservazione le antiche strutture interne. Queste si erano conservate nella loro integrità, fino alla prima metà del nostro seco lo. Oggi
molte di quelle vestigia sono andate completamente perdute. Un'altra
chiesa che conserva ancora l'impronta delle più nobili epoche trascorse è
quella di Santa Maria del Parco, risalente ad anni precedenti il 1500, ma
la cui particolarità consiste nella pregevole facciata di pietra locale,
appostavi in epoca più recente, intorno alla seconda metà del XVII secolo.
E' un'opera di illustri maestri scalpellini provenienti forse dal
Casertano, ma è anche magistralmente disegnata con richiami berniniani e
del migliore barocco. Ciò a dimostrazione di un passato non tanto umile,
come per tanto tempo si è voluto far credere. Per di più Pastena in questo
secolo ha intrapreso un nuovo cammino, di cui si vedono ancora primi
passi: ha scoperto il suo più autentico vanto: quel superbo, grandioso
scrigno naturale che Grotte. Da considerare non solo per l'importanza
turistica che il complesso va sempre più assumendo per il paese e per
l'intera regione, ma soprattutto come protagoniste di primo piano, quali
sono sempre state nella storia del paese, per la loro specifica e
insostituibile funzione di condotta di scarico degli espluvi provenienti
dalle due valli principali, in cui si concentra l'intera economia agricola
pastenese.
|
|

 |